La panchina gelata,
in una piazza piccola e poco affollata.
Il naso freddo e le mani rigide.
Cerco di scaldarle per poter srivere sul mio quaderno
con una penna appena comprata.
Voglio fermare quello che scorre ora
davanti ai miei occhi e dentro si me.
Intanto aspetto.
Alberi spogli e tutt'intorno foglie d'autunno
che fanno da cornice ad un'attesa lenta e senza fine.
A questa dolce resa.
(Questo è il mio ricordo di quel posto.
Oggi ci sono tornata per un attimo su quella panchina.
Allora avevo aspettato, oggi ho preferito andar via)
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